di Anna Maria De Luca
Dirigente Scolastico del Liceo Statale “Maria Montessori”
Da tre mesi mi è stato affidato il liceo di Maria Montessori, nato come Scuola Magistrale Statale per la formazione delle maestre del grado preparatorio secondo il metodo della dott. ssa Montessori con ordinamento speciale, per regio decreto del 5 febbraio 1928. Un punto di svolta molto forte ed imprevisto nella mia vita, considerato che arrivo da Mosca dove ho diretto per l’Italia, in tempo di crisi internazionale, l’ufficio che si occupa della scuola italiana e dei corsi di italiano nelle scuole russe per tutta la Federazione: un territorio immenso. Oggi mi sento la grande responsabilità di presiedere la scuola che il Governo realizzò per Maria Montessori e ne sono fiera. Entrare ogni giorno in presidenza attraversando corridoi con le sue immagini e le sue parole è un segno tangibile della responsabilità che lo Stato mi ha affidato. E’ la seconda tappa di un percorso iniziato anni fa, quando tradussi per il mercato italiano due libri di pedagogia francese: “Maria Montessori et Célestin Freinet : voix et voies pour notre école”, di Bérengère Kolly e Henri Louis Go; “Évaluer autrement, c’est possible! Les ceintures de compétences pour faire progresser les élèves” scritto da Yves Khordoc con le insegnanti francesi Julien Crémoux, Nathalie Macia, Renaud Couder, Jordan Rouyer, Romance Corné, Christelle Renoux, Séverine Haudeboug, Sandrine Couteaux, Angélique Libbrecht, Pierre Cieutat, Thomas Héniart, Santelli Filippi, Gérald Previnaire, Mélanie Bouquieaux, Maboukari, Mabrun, Lucie Beauverger, Béatrice Noël, Mariane Frenay e Liesje Coertjens.
Giusto quest’anno il Ministero ha messo a sistema il metodo Montessori per le scuole secondarie di Primo Grado, portando a termine una sperimentazione realizzata a Milano. È stato quindi più che naturale per me proporre subito al collegio docenti ed al Ministero la costruzione di una pedagogia montessoriana per le Superiori: la sua culla non può che essere la nostra scuola, unica al mondo. Avendo avuto l’ok sia dal collegio che dal Ministro, all’ordinaria amministrazione della scuola portata avanti da anni in modo più che professionale da Carla Magnani, alla quale quest’anno si è affiancata per la sede di via Livenza la prof.ssa Giovanna Tarallo, ho affiancato una serie di operazioni complesse per raggiungere questo importante obiettivo che rafforzerà l’identità della nostra scuola: chiamare a raccolta le migliori forze delle università europee ed americane, creare un rapporto costruttivo con l’Opera Montessori, con l’Indire di Firenze e con l’Associazione Montessori, costruire un interesse interno verso la realizzazione dell’autonomia di ricerca che è l’unico dei quattro pilastri dell’autonomia scolastica che non si è ancora realizzato a pieno in Italia, nonostante siano passati più di venti anni dalla famosa legge Berlinguer che ha reso le scuole autonome. Siamo partiti dal concreto, facendo emergere dal buio degli scantinati, fisicamente, insieme ad alcuni volenterosi docenti e collaboratori, in entrambe le sedi, gli scatoloni con dentro gli strumenti didattici creati dalla Montessori e dalle sue ragazze e che erano stati, per mancanza di spazio, relegati nei magazzini. Li abbiamo riportati alla luce e, con l’aiuto di due esperti dell’Opera Montessori che il presidente, Benedetto Scoppola, ha avuto la gentilezza di inviarci, siamo riusciti a catalogare il materiale. Abbiamo anche avviato un documentario per raccontarlo, realizzato da Esmeralda Calabria, vincitrice di tre David di Donatello, che è venuta a scuola a riprendere il processo di rinascita dei materiali Montessori sepolti per anni. Un impegno che non è passato inosservato al Ministero che ci fa il dono di presentare la mostra a Firenze, a Didacta, nella più importante fiera dell’education che abbiamo in Italia, dove la nostra scuola avrà uno spazio importante. Anche questo significa portare alla luce il liceo Montessori: lavorare seguendo percorsi non convenzionali, andare oltre il normale agire da Ds, per ottenere risultati che vanno appunto “oltre”. Lo faccio con convinzione, perché questa scuola merita il massimo dell’impegno e della dedizione da parte mia.
In vista dell’occupazione ho pensato di proteggere i materiali Montessori depositandoli nella biblioteca del Ministero, processo che si è fermato poco prima di essere concluso. È stato infatti ben presto evidente che non era necessario: l’occupazione da parte dei ragazzi è stata condotta con grande responsabilità. Gli studenti hanno si occupato, ma solo per due giorni, e prima di andare via hanno pulito tutto e diffuso un comunicato dove dichiaravano gratitudine per essersi sentiti ascoltati. È chiaro che la scuola ha bisogno di flessibilità ed anche di momenti di informalità per muoversi nel mondo attuale. Il concetto di innovazione diffusa ha bisogno del coinvolgimento di tutti i membri della scuola affinché si sviluppi una cultura aperta al cambiamento, una learning organization dove chi vi lavora viene incoraggiato ad assumersi il rischio di nuove idee e dove tutti i contributi individuali vengano portati in discussione (Marsick, Watkins già nel lontano ’94, Gephart già nel ’96). Il pericolo delle organizzazioni affermate, come il liceo Montessori è infatti che la cultura diventi “istituzionalizzata” e che per questo non si riesca a modificare il sistema di procedure e prassi che limitano il successo stesso.
Il risultato del nostro agire dimostra che la vision portata avanti nella gestione dell’occupazione è stata corretta: mentre le altre scuole stanno ancora contando i danni, il Liceo Montessori è stato lasciato, dai ragazzi che lo hanno occupato, pulitissimo. Non un banco spostato, nessuna puzza di fumo, niente di rotto, cosi come mi avevano annunciato nel comunicato stampa finale. Hanno mantenuto la parola i nostri ragazzi e sono fiera di loro. Anche questa è pedagogia. L’alleanza con gli studenti è sicuramente frutto del buon rapporto che ho instaurato con loro in questi tre mesi: primo atto, nel mio giorno di insediamento, prima ancora di convocare il collegio docenti, è stato appunto telefonare al rappresentante degli studenti, Matteo Monosilio, per avviare un rapporto di conoscenza, rispetto e collaborazione, per dimostrare con i fatti che i ragazzi, per me, sono sempre al primo posto. Spesso quando si lavora nelle scuole per troppi anni si dimentica che la scuola esiste perché esistono gli studenti. Ho sempre considerato lo stare bene a scuola come una delle priorità da realizzare e per questo mi sono impegnata per migliorare anche lo spazio fisico di apprendimento, per spingere in modo soft ma diffuso una visione attiva dell’ambiente scolastico che è la nostra casa: non è un neutro elemento nel processo di apprendimento, è il terzo insegnante, in ottica montessoriana. Per questo ho avviato e portato a termine, insieme alla Dsga, Marta Sanchez - alla quale auguro un buon lavoro in questa complessa scuola nuova per lei come per me - un complesso percorso interistituzionale con la Delegazione dell’Unione Europea in Italia per ottenere la donazione di arredi, tutti di grande qualità: dal 7 gennaio avremo a Casperia un ambiente nuovo, tra quadri, scrivanie, librerie ed altro donatici dall’Europa. Fino a ieri usati dai ministri europei, dal 2025 usati dai nostri studenti. Un segno tangibile che l’Europa è vicina se le tendiamo la mano, che l’Europa è casa nostra. A proposito di librerie, abbiamo cosi finalmente avuto in dono quelle necessarie per realizzare la biblioteca sala polifunzionale a Casperia. In questi tre mesi abbiamo avviato, con l’insostituibile Fabio Lucidi, anche un laboratorio di montaggio ed un laboratorio di scrittura per immagini con la collaborazione di Esmeralda Calabria e di altri professionisti del settore, entrambi partiranno da febbraio. Spina dorsale del Liceo restano chiaramente l’inclusione, la difesa e l’insegnamento dei diritti umani e già tanti incontri abbiamo vissuto per questo: leggerete nel numero che avete in mano un articolo sul film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” che abbiamo visto al cinema Lux insieme ai nostri studenti, grazie alla collaborazione di Maria Paola La Rosa, e un articolo sulla mostra “Come eri vestita” che anche quest’anno la prof.ssa Sanci ha realizzato in collaborazione con Amnesty International, il cui portavoce ringrazio pubblicamente per aver incontrato i nostri ragazzi all’interno di StudenTiAmo. Da Milano, è venuto a parlare con loro l’avvocato Giancarlo Maniga, difensore dei diritti umani delle dittature del XX secolo, dall’Italia, alla Germania all’America Latina; diversi incontri con Libera, la visita alle Fosse Ardeatine, è lungo l’elenco di ciò che abbiamo messo in atto nei primi tre mesi dell’anno. Sarà un 2025 intenso e ricco di bellezza. Auguri a tutti ed in particolare all’Associazione Montessori ed al suo presidente. A lui i miei ringraziamenti per l’ottimo lavoro che ha fatto, che fa e che farà. Infine, non posso non ringraziare ed augurare il meglio al prof Gennaro Viglione che, anche se fisicamente in altro luogo, dimostra sempre di avere il Montessori nel cuore. Vi anticipo che la prossima proposta che avanzerò al collegio ed al cdi per il 2025 sarà di provare a cambiare il nome della scuola: vorrei che il “Liceo Montessori” diventasse, il “Liceo di Maria Montessori”. Se la democrazia della scuola appoggerà la mia proposta, faremo ancora un passo avanti nell’affermazione dell’unicità del nostro Liceo. Non sarà un percorso sicuramente semplice, lo so, ma sono anche convinta che le cose siano difficili solo per chi non osa farle.

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