Aurora Acreman
1A Liceo Classico artistico-filologico
Ultimamente l’argomento bullismo è sempre più trattato, la profonda sensibilizzazione che sta avvenendo soprattutto nelle scuole è necessaria in una società chiusa e stereotipata come la nostra. Credo e spero che questo sia solo l’inizio di un profondo cambiamento che richiede una rieducazione di certi genitori e un coinvolgimento particolare verso bambini e ragazzi; perché, la maggior parte delle volte, il problema non sono i bulli ma le loro famiglie, che non li educano al rispetto ma alla discriminazione della diversità, che viene ed è sempre stata vista come un male, una cosa da allontanare o addirittura sterminare. Si deve ancora capire però che la diversità è la nostra ricchezza, la cosa che ci rende unici e liberi di essere ciò che siamo. Per evitare di essere diversi, cosa che comporta l’isolamento o il rifiuto, noi seguiamo la massa, farlo ci fa sentire forti, anche se questo comporta l’annullamento delle nostre idee e della nostra personalità. Seguire la massa ci fa sentire accettati e ci da certezze, due concetti essenziali per l’essere umano. Quest’anno il cinema ha riunito più di un milione di spettatori tra cui tantissimi studenti con la visione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, un capolavoro e penso uno dei film più belli ed emozionanti che abbia mai visto. In un'intervista il protagonista afferma “le parole possono uccidere ma possono anche salvare”, questa frase mi è rimasta impressa, è incredibile tutta la verità che nasconde; le parole possono uccidere, soprattutto quelle non pesate, perché possono essere proiettili, ma possono salvare, perché parlare con una persona adulta in un periodo buio dell’adolescenza può veramente salvare la vita.

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