top of page
AC Scuola Montessori APS

Il patriottismo di Jacques-Louis David

di Edoardo Di Stasio

5C Liceo delle Scienze Umane - opz. Economico/Sociale



La lealtà verso la Patria è sempre stata un valore fondamentale che ogni nazione ed ogni stato hanno cercato di infondere nella coscienza dei propri cittadini, con mezzi sempre differenti. Ad oggi, questo processo si attua mediante la comunicazione di massa e la veicolazione di immagini cariche di azione e sentimento. Ma non è sempre stato così. Difatti il principio di lealtà verso la terra natia, nel corso della storia, è stato perlopiù trasmesso attraverso opere statiche che in molti casi sono rimaste impresse nella memoria collettiva. È questo il caso di un grande evento del passato, estremamente legato al concetto di Patria e patriottismo, e di un grande autore che ne fece da protagonista, ovvero la Rivoluzione francese e Jacques-Louis David.


L’opera emblematica di quanto detto è Il giuramento degli Orazi, un quadro che segnò in modo decisivo la concezione artistica del suo tempo, tanto da valere per David il riconoscimento unanime dell’Académie Royale di Parigi. Il dipinto, realizzato con la tecnica dell’olio su tela, rappresenta i canoni alla base della neonata corrente fondata sull’imitazione formale e solenne dei classici del passato. Difatti nella seconda metà del XVIII secolo, l’archeologo J. J. Winckelmann pubblica l’opera La storia dell’arte antica in cui espone le recenti scoperte nei siti di Pompei ed Ercolano e le sue considerazioni al riguardo. Egli lega direttamente il concetto di bello (assoluto) alle opere della produzione greco-romana dell’antichità e riformula il ruolo dell’arte come imitatrice di tale produzione. Da qui il termine neoclassicismo, un nuovo linguaggio solenne e composto, sobrio ed elegante.


Nell’opera di David, questo principio emulatore è pienamente soddisfatto: la rappresentazione di una celebre storia della Roma antica, l’ambientazione severa e simmetrica, la compostezza delle figure, la solennità dei gesti. L’autore, sempre seguendo il trattato di Winckelmann che insegna ad evitare scene cruente e drammatiche, sceglie di rappresentare il momento antecedente al culmine del racconto, ovvero precedente al duello tra Orazi e Curiazi. La scena è circoscritta nell’ambito di una tipica domus romana, priva però di decorazioni e marmi sfarzosi. Attraverso il colonnato di sfondo, David divide la rappresentazione in tre parti distinte. Nella prima sezione, da sinistra, vi sono i tre fratelli (Orazi) con le mani protese a cospetto del padre e uniti nelle loro pose, come a formare un’unica figura volta ad indicare la fermezza morale del gesto. Nella sezione centrale, il padre tende le mani al cielo, brandendo le spade destinate ai suoi figli. Qui l’autore pone il punto di fuga delle prospettive e indirizza lo sguardo dell’osservatore nella concretezza dell’atto. Il giuramento è rappresentato nella sua imponenza, proporzionata alla carica morale e patriottica che l’autore intende evidenziare nella scena. Infatti, David inserisce spesso nelle sue opere un messaggio politico, in questo caso patriottico (il sacrificio in nome della patria), o morale. Nella sezione finale, a destra, sono rappresentate le donne della famiglia nella compostezza del loro pianto, ma attenuate della loro importanza all’interno della scena attraverso i colori spenti e l’ombra del padre.


Il giuramento degli Orazi è pregnante di valore patriottico e virtù civile e rispecchia l’intenzione di David nel trasmettere l’affezione alla propria patria e al sacrificio, piuttosto che alla sopraffazione. Il modello proposto, appunto un sacrificio in nome della Patria, sembra quasi emettere il suo grido: “O Roma, o morte”.


Per concludere, nell’attualità viviamo la fedeltà e la difesa della propria nazione attraverso il filtro dei media moderni, la cui dinamicità non fa altro che intorpidire e saturare i nostri sensi. Ma la forza espressiva dell’arte permette di oltrepassare questo velo di insensibilità e di trasmettere a chi la osserva la totalità del suo messaggio. Dunque alimentiamo il mondo dell’ingegno creativo umano, piuttosto che nutrire ancora l’automazione del mondo dei social network.

53 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page