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Per una didattica montessoriana dei beni culturali

di Giuseppe Lattanzi - ex docente del Liceo Statale "Maria Montessori"



Spazi e ambienti di apprendimento, educazione all’ambiente sono alcuni dei principi chiave della didattica montessoriana. La dottoressa Montessori nel suo progetto educativo pone ampia attenzione all’ambiente sia nel suo significato naturalistico che artistico. Ella concepisce lo studio ambientale non soltanto come trasmissione di cultura, ma piuttosto come un aiuto alla vita in tutte le sue espressioni. “Una scuola che si preoccupa soltanto di questioni scolastiche- afferma la stessa Montessori- può senz’altro essere ammirata come scuola, ma non risponde più ai bisogni del nostro tempo. La scuola che fornisce solo preparazione scolastica, che separa l’intelligenza dalla società reale, non è più valida”.


Normalmente il sapere viene sezionato e parcellizzato per poi essere ricomposto in blocchi artificiosi, funzionali ad un insegnamento basato sulla trasmissione di conoscenze, nozioni ed informazioni. Nella scuola montessoriana, invece, lo studente esprime il suo potenziale sia nella dimensione personale che sociale. “Le lezioni stancano il ragazzo e lui ce lo manifesta, perché l’uomo non può vivere solo quando sta usando il pensiero; non si sviluppa solamente attraverso la sua intelligenza e la sua memoria. C’è bisogno di esperienze sociali, di una vita sociale fondata sull’istruzione” (Maria Montessori). Lo studente “…ha bisogno di lavorare con la mente e con le mani. Questo richiede uno sforzo complesso della personalità. L’errore dell’educazione consiste nel creare un uomo mutilato nelle sue abilità.” (Maria Montessori).


Nel metodo Montessori particolare cura viene posta nel ruolo dell’insegnante. I giovani hanno bisogno, per istruirsi spontaneamente, di avere nell’adulto una guida dirigente che sia un vero rianimatore che sappia suscitare il primo entusiasmo e sappia presentare la cultura in modo elevato. “La persona più adatta a fornire le necessarie spiegazioni non è l’adulto, ma il compagno di poco maggiore di età” affermava con decisione l’illustre pedagogista quasi a mettere in guardia chiunque che nella scuola impostata sul suo metodo non ci sono commistioni o confusioni. In modo particolare nel pensiero montessoriano la scuola per i ragazzi dai 12 ai 18 anni è concepita fuori dalla città in un luogo in cui sia possibile vivere a contatto con la natura. Così sono nati gli Erdkinder “I fanciulli della terra” e la cosiddetta pedagogia del luogo. Il luogo ispira il senso di appartenenza. Il luogo ispira la storia. Il luogo è dove viviamo. Il luogo è concreto, è lo spazio di vita vissuta in cui le comunità umane hanno organizzato la vita secondo criteri di socialità.


Far lavorare i giovani studenti con l’archeologia, ad esempio, calarli nella cultura materiale di una società antica permette la concretizzazione delle scene sociali che essi stessi stanno costruendo dentro di loro. Una importante proposta in tal senso fu l’iniziativa ospitata nella sede di via Livenza il 16 dicembre del 2015. Con la mostra documentaria “GLI ETRUSCHI E LA QUOTIDIANITA’ DEL SACRO” si diede vita ad una proposta didattica che puntava ad avvicinare un’utenza giovane all’antichità tramite percorsi didattici di stampo montessoriano. L’Archeologia Sperimentale si pose come la disciplina archeologica più adatta a questo proposito per la specificità della materia che si caratterizza per la propria natura pratica e fattiva, dando la possibilità di “toccare con mano l’Antichità”.


La Civiltà Etrusca rappresentava il fulcro tematico di questa mostra e nello specifico la visione che questo popolo aveva dell’Oltretomba. Tale argomento fu il veicolo preferenziale di comprensione e interpretazione della quotidianità di molti popoli del passato. Nel motivare questa scelta furono elaborati obiettivi che prevedevano l’analisi della Civiltà Etrusca come parte fondamentale e caratterizzante della Cultura Italiana e L’Etruscologia come materia ancora poco comunicata a livello didattico. Il percorso espositivo infatti si caratterizzava per un iter condotto attraverso differenti corner dedicati a specifici argomenti affiliati al tema principale (L’Oltretomba degli Etruschi), allestiti secondo moderne metodologie museologiche, volontariamente orientate dal punto di vista comunicativo verso il sistema pedagogico scientifico montessoriano.


Al termine del percorso espositivo furono previste attività laboratoriali interattive. I risultati di questo progetto didattico ”apripista” furono immediatamente percepiti ed aprirono spazi per l’Alternanza scuola lavoro.


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