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BAMBINI SPECIALI: LA PROFESSIONE DELL'OEPAC

  • AC Scuola Montessori APS
  • 13 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

di Ludovica Di Napoli

4D Liceo Scientifico - opzione Scienze Applicate


In questi due anni, nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), ho svolto diverse attività formative. Alcune sono state più interessanti ed altre meno, ma sicuramente tutte utili per orientarmi nel mondo degli adulti. 

Quindi il primo impatto è fatto di ambienti diversi e persone adulte e professionalmente preparate. 

È come avere in mano uno specchio a doppia faccia: vivi una faccia relativa alla tua età, ti riconosci e sei a tuo agio; poi giri lo specchio e vedi un mondo diverso che non conosci e ti viene solo di fermarti ed osservare.

L’esperienza che sto attualmente facendo è molto particolare, perché mi trovo in un ambiente familiare, la scuola, ma dall’altra parte della barricata: come educatore.

Infatti sto facendo alcune giornate affiancando un OEPAC presso un istituto comprensivo, scuola infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Per ora sono stata solo nelle classi della primaria, ma cominciamo dal principio.

Che professione è l’OEPAC, ovvero un operatore educativo per l’autonomia e la comunicazione? Quando si pensa alla scuola si pensa, ai professori, agli alunni, ai bidelli e al Preside. Ma esiste anche questa figura, forse un po' nascosta, forse poco conosciuta, ma che determina la riuscita di una giornata serena o no, in una classe con alunni portatori di disabilità che siano fisiche o mentali.

Sono quelle persone che affiancano i bambini e i ragazzi con particolari esigenze, che hanno bisogno del rapporto uno a uno, che hanno magari maggiore difficoltà ad adattarsi ad un ambiente scolastico fatto di tanti altri bambini e una figura di riferimento dedicata a loro, li aiuta.

Sono persone che aiutano le maestre e i collaboratori scolastici, dedicandosi ai bisogni soprattutto personali dei propri assistiti, educandoli all’autonomia e alla comunicazione. All’autonomia perché possano, crescendo, essere capaci di fare da soli; e alla comunicazione, perché imparino a comunicare in modo costruttivo ed inclusivo con i propri coetanei.

Ho osservato questi bambini particolari con le loro richieste di attenzione, con la loro voglia di farsi conoscere, di farti un sorriso e di sentirsi coccolati. 

È un'esperienza incredibile perché c’è tanto da fare ed il tempo vola tra l’aiuto nei compiti, il parlargli, la merenda, la ricreazione, il richiamo all’attenzione e all’educazione.

Le professioni che si svolgono all’interno della scuola richiedono tanta pazienza, equilibrio e competenze relazionali importanti: si sta a contatto con essere umani e non con Computer o IA, e c’è tanta differenza!






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