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  • AC Scuola Montessori APS

Educazione alla legalità ambientale e la lotta alle ecomafie

delle studentesse e degli studenti

3A Liceo Linguistico



Dovremmo essere consapevoli dei pericoli che minacciano l’ambientale in cui viviamo grazie allo sviluppo delle ecomafie. Se così non fosse, questo articolo è pensato proprio per informare e rendere consapevoli i lettori.

“Perché le mafie prosperano anche grazie ai nostri silenzi e alla nostra indifferenza”


Cosa sono le ecomafie?

Con il termine “ecomafie” si intende quel settore della criminalità organizzata che gestisce attività illecite di impatto ambientale dannoso, come lo smaltimento dei rifiuti tossici, la costruzione di insediamenti industriali e abitativi abusivi, l'inquinamento delle falde acquifere per effetto di sostanze derivate dagli scarti industriali (fig. 1 e 2).

I primi reati che segnano il legame tra mafia e rifiuti risalgono al 1991, ma il termine ecomafia in Italia appare per la prima volta nel 1994 in un documento pubblicato dall’associazione italiana Legambiente, intitolato “Le ecomafie – il ruolo della criminalità organizzata nell’illegalità ambientale”. Nel 1997 si pubblica il primo Rapporto Ecomafia di Legambiente che da allora, ogni anno, fa il punto sulla situazione. Le truffe ai danni dell’ambiente colpiscono anche il mondo della green economy e delle energie rinnovabili, settori invece che dovrebbero essere strategici per migliorare la qualità dell'ambiente e della vita sul nostro pianeta.


Perché le mafie hanno rivolto i loro interessi economici sulla gestione dei rifiuti?

Lo smaltimento di rifiuti tossici rappresenta il più appetibile settore di guadagno per le associazioni criminali nel campo dei crimini ecologici, i pochi impianti adeguati allo smaltimento e il materiale da smaltire che aumenta esponenzialmente stanno favorendo l’espansione del fenomeno. Le situazioni sono molteplici:

  • imprenditori che puntano a smaltire i propri rifiuti illegalmente per incrementare i guadagni o per pagare meno tasse;

  • lavoratori che operano in situazioni di mercato e lavoro nero;

  • amministrazioni e aziende pubbliche locali costrette a lavorare in costante emergenza che a volte cadono anch’esse nella rete della criminalità organizzata.

Le mafie si inseriscono nel settore proponendo condizioni e prezzi allettanti che creano un mercato illecito, parallelo e occulto; presentandosi come "mediatori" per i servizi di gestione e smaltimento dei rifiuti, offrendo prezzi molto più bassi rispetto ad altre società esistenti sul mercato legale.

Le mafie sanno cosa e come fare per individuare le imprese e le industrie in crisi offrendo loro servizi specializzati proprio nella gestione dei rifiuti a basso costo.

Le società coinvolte in tali attività si rendono quindi complici della criminalità organizzata. Attualmente il fatturato complessivo annuo delle attività mafiose è stimato intorno ai 130 miliardi di euro.

In Italia, le province maggiormente sottoposte a questi crimini ambientali sono: Napoli, Roma, Salerno, Reggio Calabria e Bari.

I rifiuti vengono gettati in mare, seppelliti in qualsiasi posto (proprietà private o terreni abbandonati), utilizzati come fondamenta delle case, mescolati con il terriccio. (Fig. 3)

Il rischio più grave è che in questo modo i rifiuti ritornino nei cicli biologici in forma diversa e con potenzialità tossiche pericolosissime. Gli stessi materiali plastici o affini, possono costituire una minaccia per la salute umana se non sono sottoposti al corretto processo di riconversione.


Perché la malavita organizzata cerca in tutti i modi di controllare le risorse ambientali? Come gestisce questo controllo?

La malavita organizzata cerca di controllare le risorse ambientali come parte della sua strategia complessiva per acquisire potere e profitti finanziari. Questo comporta gravi danni per l’ambiente e la società. I motivi per cui la malavita organizzata cerca di controllare le risorse ambientali sono diversi:

  1. Lo sfruttamento illegale e il profitto finanziario derivato dall’acquisizione di risorse ambientali, come terreni, sfruttamento di acquiferi e di risorse naturali, può portare a grandi profitti finanziari.

  2. Il controllo del territorio e delle risorse ambientali consente alla malavita organizzata di stabilire il proprio predominio in un'area, attraverso la gestione degli illeciti derivati dal traffico di droga, dal contrabbando e dallo smaltimento di rifiuti tossici.

  3. Il controllo delle risorse ambientali può consentire alla malavita organizzata di esercitare un certo grado di potere politico in un'area, influenzando le decisioni e le politiche governative.

La corruzione è quindi un fattore importante nel controllo delle risorse ambientali, poiché la malavita organizzata può influenzare le decisioni e le autorizzazioni governative attraverso il pagamento di tangenti: in tal senso il termine ecomafie ricalca in pieno quello della malavita organizzata.

Il meccanismo che le ecomafie utilizzano è ancora quello della estorsione-protezione, che oltre a essere uno dei canali di arricchimento dei gruppi mafiosi, costituisce un efficace meccanismo per affermare e rendere operativo nel tempo il controllo del territorio.

La mafia ha dunque una forte specificità territoriale: anzi, il cosiddetto controllo del territorio, in competizione con l’autorità statale, è una caratteristica essenziale dell’organizzazione mafiosa radicata nelle aree tradizionali. Infatti se l’economia tende sempre più a globalizzarsi, al tempo stesso non può fare a meno di trovare ancoraggi nei sistemi locali, ovvero connessioni con le specificità territoriali.


Quali sono le misure che lo stato ed ogni singolo cittadino possono adottare per contrastare questo fenomeno?

Il rapporto Ecomafia viene curato annualmente da Legambiente per analizzare e diffondere i numeri della criminalità ambientale in Italia, esso si concentra sugli espedienti usati dalle associazioni criminali per dirottare i carichi verso impianti non controllati e destinazioni dove la tutela ambientale non è garantita.

Per Legambiente, nella lotta alle ecomafie e agli ecocrimini, è necessario mettere in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia, capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria, tecnici dell’Arpa, polizie municipali ecc.).

La Legge n. 68/2015 ha introdotto rilevanti novità in materia di tutela penale dell’ambiente, dando un contributo fondamentale nella lotta agli ecocriminali.

Tra le altre principali proposte avanzate, l'associazione chiede che venga semplificato l'iter burocratico necessario ad esempio all’abbattimento delle costruzioni abusive, attribuendo la responsabilità delle procedure ai prefetti. Per aumentare il livello qualitativo dei controlli pubblici, serve anche l’approvazione di decreti ad hoc, promulgati dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA, 2017).

Lo Stato dovrebbe e potrebbe contrastare queste forme di criminalità organizzata aumentando l’informazione, fornendo il sostegno di società e cooperative mirate al recupero, assicurando una presenza efficace e costante, tramite il rafforzamento di forze di polizia ambientale diffuse su tutto il territorio, assicurando anche la tutela della filiera agroalimentare, dei beni culturali e degli ecosistemi (fig.4 ).

Tuttavia il passo sicuramente più efficace è creare lavoro, filoni di sviluppo economico e produttivo nei territori più a rischio e sostenere le centinaia e centinaia di cooperative e di imprese che nascono nelle aree più a rischio e che possono cadere nel vortice mafioso.


Cosa può fare ogni singolo cittadino?

  1. Informarsi in modo critico: è fondamentale informarsi e di informare se non si conosce un fenomeno non si è in grado di fronteggiarlo e di contrastarlo adeguatamente.

  2. Consumare in modo critico: è possibile acquistare i prodotti delle terre confiscate alle mafie, gestite prevalentemente da cooperative sociali di agricoltura biologica, riunite a livello nazionale da “libera terra”

  3. Partecipare al voto: se non si sceglie si lascia che altri scelgano per noi

  4. Non accettare scorciatoie: per contrastare le mafie bisognerebbe imparare a dire no alle tante scorciatoie che la vita offre ogni giorno, ai favori e alle raccomandazioni.

  5. Denunciare-partecipare: L’indifferenza è compromesso. Il silenzio degli onesti è il pericolo maggiore che ci sia nella democrazia

Ci sembra fondamentale che i comuni cittadini abbiano consapevolezza di tutto ciò, dell'esistenza cioè di un fenomeno che sta diventando sempre più dilagante, che causa già e creerà in futuro danni sempre più gravi all'ambiente e alla società.

Serve l'impegno di tutti noi, che con piccoli gesti voluti e consapevoli possono creare seri problemi alle organizzazioni mafiose.


Il Triangolo della morte

Un esempio attuale di ecomafia è rappresentato nella cosiddetta "Terra dei fuochi": l'area della Campania tra le province di Napoli e di Caserta, interessate dall'attività illegale delle ecomafie e in particolare dall'interramento dei rifiuti tossici e speciali, che inquinano le falde acquifere e i terreni agricoli, dai roghi di rifiuti, che sprigionano nell'aria sostanze nocive (quali la diossina), pericolose per la salute degli abitanti (Fig. 5).

L'espressione “Terra dei fuochi fu usata nel 2003 nel Rapporto Ecomafie di Legambiente, oggi l’area è tristemente nota per gli alti tassi di mortalità legati all’insorgenza di patologie oncologiche. L’area compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano è una vera è propria discarica di rifiuti. Qui l’indice di mortalità per l’insorgenza di tumori è tre volte superiore alla media italiana e maggiore del 45% rispetto al resto del Sud (Fig. 6 ).

La SMA Campania, una società che si occupa del contrasto di questi fenomeni ha messo a punto: - un servizio di pattugliamento e rilevamento delle micro discariche presenti sul territorio con strumenti di smart working; - un servizio di spegnimento dei roghi tossici; - quattro Presidi Operativi ubicati in 4 comuni di cui uno attivo h 24.

Il lavoro da fare è ancora tanto per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma ogni piccolo passo avrà la sua importanza sociale.

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