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AC Scuola Montessori APS

IL RAZZISMO NELLO SPORT

di Aurora Tassone

4CSAP Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate


Gli episodi di razzismo nel mondo dello sport sono purtroppo presenti anche adesso. Il problema del razzismo esiste in tutti gli ambiti, e fondamentalmente, riguarda il giudizio di una persona verso un'altra, condizionato dal colore di pelle ''diverso'' da colui che giudica. Il razzismo nel mondo dello sport viene usato anche per far perdere la concentrazione all’atleta avversario, e uno degli sport maggiormente coinvolti è il calcio. Ma non accadono solo in quest'ultimo: si sono verificati casi, ad esempio, anche nella pallacanestro o nella pallavolo. Nel calcio questi episodi non solo avvengono fra i giocatori in campo (come l’ultimo denunciato da Juan Jesus del Napoli), ma anche proposti dagli spettatori, con cori e simboli urlati da parte dei tifosi più accaniti e che portano alla penalizzazione dei club, con la chiusura delle curve, o con delle multe da pagare. Individuare i soggetti che compiono questi gesti è difficile in mezzo alla folla ma non è impossibile: per esempio, in uno dei più recenti avvenimenti di razzismo, ovvero gli insulti rivolti a Maignan, portiere del Milan, sono stati identificati parte dei colpevoli. Probabilmente in molti si pongono la stessa domanda: è possibile risolvere questi casi di razzismo nello sport? Per me la risposta è no. Si può magari parlare con delle persone e provare a fargli cambiare la loro idea, gli si può dire che lo sport è un modo per essere tutti più vicini e uniti, tutti più felici, ma su 10.000 persone magari soltanto 500 cambierebbero la loro visione. Si possono diminuire i casi di razzismo nello sport? Probabilmente sì, certo, non sarebbe la cosa più facile del mondo, ma se non si prova nemmeno minimamente a cambiare qualcosa, non potranno mai esserci dei miglioramenti. Nello sport viene usato il razzismo per insultare o discriminare gli atleti, e questo, molte delle volte, non viene punito, anzi, viene addirittura appoggiato anche da altre persone, creando così un ''circolo vizioso''. Io penso che non venga fatto abbastanza per diminuire i casi di discrimazione nello sport, anzi, penso che in molti se ne fregano di ciò che accade, perché pensano che sia giusto così, ma non lo è. Lo sport è un modo per giocare, ridere e scherzare tutti in compagnia, ci sono momenti più divertenti e momenti meno divertenti, ma questo non va a giustificare il modo di comportarsi di certi individui. Avvengono questi casi anche nella pallavolo, come il caso di Paola Egonu. C'è un video che ritrae lei mentre parla con il suo procuratore a partita finita in cui dice: ''Non puoi capire, mi hanno chiesto anche se sono italiana...Sono stanca''. Molto probabilmente è stanca di ricevere degli insulti razziali da parte dei tifosi italiani, gente per cui lei suda e lotta ogni volta che gioca una partita. In conclusione, ancora oggi assistiamo a numerosi atti razziali, che vanno a cambiare anche la visione dello sport, che se inizialmente serviva per l'unione, per svolgere attività fisica o per un po' di competizione fra atleti in modo corretto, ad oggi, purtroppo si ha una visione pessimistica dello sport, in cui prevalgono atti di razzismo e discriminazione. La cosa che fa più ribrezzo è che nessuno nasce razzista, ma lo diventa più avanti, magari con una cattiva educazione da parte dei genitori, ma non solo. Dunque, per provare a cancellare il razzismo nello sport, bisognerebbe partire prima da noi stessi, e poi bisognerebbe dare una buona educazione alle nuove generazioni che stanno per arrivare.



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