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  • AC Scuola Montessori APS

Immigrazione

di Andrea Torella

5C Liceo Scientifico - opz. Scienze Applicate



Statistiche dei dati sull’immigrazione


La questione immigrazione è una tra le problematiche più accese e dibattute a livello mondiale. Si stima che nel 2020 (secondo il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite) ci siano stati nel mondo 281 milioni di migranti, e questo valore è in continua crescita. Il dato più eclatante è il numero elevato dei rifugiati. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha pubblicato dei dati da cui è emerso che nel maggio 2022 è stata superata la soglia dei 100 milioni di rifugiati, cioè di persone in fuga dal proprio paese per motivi religiosi, politici, e sociali. A causare questo incremento sono stati i tanti nuovi conflitti, come l’invasione della Russia in Ucraina, le instabilità dei governi, l'esistenza di numerosi regimi totalitari e oppressivi.


Secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, le coste italiane nel 2020 hanno accolto circa 29.569 rifugiati, nel 2021, si è registrato un aumento del 54,4% e nell’anno in corso, si riscontra un ulteriore incremento, questa volta del 60,23%.



Opinione personale


Io credo che l’immigrazione sia una delle difficoltà più grandi che uno Stato debba affrontare. Le cause dietro questa questione sono di varia natura, però più delle volte si tratta di problemi relativi a conflitti e guerre.

In alcuni paesi non ci sono le risorse necessarie e i finanziamenti adeguati ad accogliere all'improvviso un’ondata di migranti, dunque moltissimi finiscono per strada dovendo poi ricorrere all'elemosina o finendo per delinquere. I più fortunati riescono a trovare lavoro ma spesso vengono sfruttati; sono sottopagati e costretti a lavorare più delle ore dovute. La maggior parte non conosce i propri diritti motivo per cui i datori di lavoro ne approfittano facendoli lavorare in cattive condizioni di sicurezza e di salute.

Un’altra difficoltà in cui possono imbattersi gli immigrati è trovare un’abitazione in cui vivere. In molti casi non ci sono le strutture sufficienti per ospitare i migranti per cui finiscono per occupare abusivamente edifici abbandonati dove manca la corrente elettrica e l’acqua, vivendo dunque in pessime condizioni.

Il problema di fondo è che il processo di inserimento sociale e integrazione nel mondo lavorativo non è facile e veloce come può sembrare. Nei paesi in cui c'è un alto tasso di disoccupazione e quindi anche un cittadino che conosce la lingua stenta a trovare un’occupazione, l’immigrato ha poche possibilità di riuscire nell’impresa perché ha anche lo svantaggio dell’idioma.

Tuttavia una parte della società non è a favore dell’immigrazione poiché è piena di pregiudizi come l’idea che l’immigrato possa rubare il lavoro e sia un criminale. È una verità parziale, solo alcuni sono criminali, gli altri cercano di provare a mantenersi economicamente. Odio e rabbia nei confronti dello straniero sono sentimenti molto comuni, provocati dall’idea che il terrorismo e alcuni episodi di violenza siano tipici di alcune culture.

Ad esempio, l’islam e il mondo arabo sono associati al fenomeno del terrorismo. Questo clima razzista e xenofobo viene talvolta sostenuto dai mezzi di informazione, allo scopo di suscitare maggiore interesse nelle notizie. Ciononostante non tutto deve essere visto in modo pessimistico, infatti il migrante se è inserito nell’ambiente lavorativo, allora è una risorsa poiché contribuisce all’economia.

In conclusione bisognerebbe investire sull’immigrazione perché un migrante lavoratore è meglio di un migrante vagabondo.

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