di Katia Chantal Collaro
docente di Lingua e cultura francese presso il Liceo Statale "Maria Montessori"
A Natale, la ville lumière si addobba di luci vivaci e lampeggianti in ogni parte della città. Nelle vie haussmanniane, un scintillare di rosso, verde, oro e giallo scorta i passi dei parigini in preda alla frenesia degli acquisti dei doni natalizi e dei turisti venuti da tutto il mondo per assistere meravigliati a questo gioco di illuminazioni.
A Natale, la capitale si veste di gala, diventa incantevole, dissemina nell’aria pungente di dicembre un briciolo di magia. Il peso dei giorni trascorsi svanisce e il ritmo delle andature si fa più dolce e spensierato. I lampioni Guimard, i minuscoli balconi e perfino i rami degli alberi rallegrano lo sguardo con le loro ghirlande luminose e maestose, palline di vetro e ornamenti.
L’attrazione principale che coinvolge piccoli e grandi sono le vetrine dei punti vendita. Ogni anno, un tema diverso ispirato all'attualità culturale o cinematografica dell’anno che sta ai sgoccioli. Alla stazione della metropolitana Havre Caumartin, di fronte all’Opéra Garnier, davanti ai negozi liberty del Printemps e delle Galeries Lafayette, la gente si raduna, cellulari e videocamera in mano, per vedere le marionette, automi e decorazioni. Davanti al fascino delle vetrine, i divari, i preconcetti e le diffidenze scompaiono per dare vita ad un impulso generoso e umano, in armonia con lo spirito cristiano del Natale. Le persone non sono più degli individui compressi l’uno contro l’altro ma diventano un gruppo uniforme, orgoglioso di appartenere alla città. Anche lo straniero diventa per un attimo un fratello, un parigino a tutti gli effetti.
I giorni precedenti il 25, i bambini accompagnati dai loro genitori vanno nei mercati oppure nei fiorai a comprare l’albero di Natale. A Parigi, l’abete è il Re, pochissimi fanno il presepe. Negli appartamenti, dal piano terra fino alle chambres de bonnes, l’odore del Natale è quello del sapin. E’ lui che custodisce gelosamente i regali avvolti da fiocchi multicolori depositati da babbo natale. A Parigi, non c’è la Befana, i doni competono al père Noël e molti fanciulli lottano contro il sonno nella speranza di scorgerlo nell’angolo del focolare.
A Natale, i negozi alimentari si adornano di toni caldi, gradevoli e diventano il luogo di ritrovo dei cittadini. Gli imprescindibili cibi della tavola perfetta abbondano nelle vetrine delle rosticcerie o sugli scaffali dei supermercati. Il menu del cenone è composto essenzialmente di pesce: ostriche e crostacei per l’antipasto, salmone o sogliola in papillote con verdure e patate lesse per il piatto principale. E il dessert, la bûche de Noël, il tronchetto, in dolce o in gelato. Senza dimenticare prima, i formaggi ovviamente. Durante il pasto, la bevanda prediletta è un buon vino bianco, châblis preferibilmente, o champagne che non deve mai mancare.
La cena terminata, i parigini si vestono caldamente con cappotti, sciarpe e guanti di lana e vanno a passeggio sulla famosa via dei Champs Elysées che per l’occasione delle feste di fine anno si abbellisce con cosmesi pregiate e chic simili a quelle esibite dalle famose maison de couture situate nell’adiacente fastosa rue Montaigne.
Prima di rientrare a casa, l’ultima tappa inderogabile è la Tour Eiffel, simbolo nel mondo intero della città. Tutti si raccolgono nei giardini del Champs de mars per vederla nel suo abito di bronzo, splendente di mille luci e il suo faro intermittente. Ma l’istante più atteso è quello dei fuochi d'artificio. Come gioielli raffinati, impreziosiscono i fianchi della Tour facendola apparire come una maestosa e gigante modella che festeggiando pure lei, saluta la folla entusiasta e allegra che in quella notte di Natale ha gli occhi brillanti come le luci della sua città.
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