di Emilia Sanci
membro Consiglio Direttivo AC Scuola Montessori APS
docente di Diritto ed Economia presso il Liceo Statale "Maria Montessori"
Quello di marzo è un mese ricco di ricorrenze, alcune più sentite, altre meno. Tra questi due estremi non è del tutto scontata la collocazione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e che da allora si celebra ogni 22 marzo.
A dispetto di questa istituzionalizzazione, il problema dell’acqua e, in particolar modo, dell’utilizzo sostenibile dell’acqua, è spesso sottovalutato. Eppure lo stretto legame tra questo e il tema della scarsità, dei cambiamenti climatici e dei connessi rischi idrogeologici, dell’alto livello di inquinamento e dunque dell’igiene e delle gravi (a volte fatali) implicazioni sulla salute, è un dato ormai noto a tutti.
Si tratta, quindi, di accogliere la sfida della Transizione, imparando ad adeguare la nostra “impronta ecologica” alla capacità biologica, ossia alla capacità del nostro pianeta di rigenerare le risorse per rispondere ai bisogni dell’uomo. E’ questa ormai, non ci sono più dubbi, l’unica strada per il progressivo miglioramento della salute degli ecosistemi e per la riduzione di determinati fenomeni climatici dannosi per la natura e l’uomo.
Dai risultati dell’edizione 2022 del World Water Day è emerso il primato italiano, in ambito europeo, per prelievo di acqua potabile, con una media di 237 litri per abitante: un quantitativo che sbalordisce se paragonato ai 50 litri a persona individuati dall’OMS come misura idonea a garantire le esigenze umane fondamentali e le condizioni sanitarie minime, o ancor di più se rapportato ai 14 litri pro capite consumati mediamente, ad esempio, nell’Africa Sub Sahariana. Il 40% della popolazione mondiale è colpita dal problema della scarsità d’acqua potabile e si prevede che nel 2030 questa statistica giungerà a toccare il 47%. Infatti, a fronte di una popolazione globale quadruplicata nell’ultimo secolo, il consumo dell’acqua è aumentato di 6 volte. A questa serie di dati statistici si aggiunge quello drammatico relativo alle malattie evitabili, legate all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, che quotidianamente risultano fatali per almeno 1000 bambini nel mondo.
Tornando alla situazione del “Bel Paese”, il 75% del consumo complessivo di acqua avviene in ambito domestico: per l’igiene personale, gli scarichi delle toilettes, la cucina, il bucato, le pulizie di casa, il lavaggio dei piatti e le attività di giardinaggio. Eppure non tutti questi impieghi necessiterebbero di acqua POTABILE, che quindi potrebbe essere risparmiata per il 53% circa.
a non basta. l’Istat, nel suo Report pubblicato il 22 marzo 2022 riporta un dato sconcertante: in Italia più di 1/3 dell’acqua immessa nella rete di distribuzione va perduto. Nel 2020, ad esempio, sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete. Ma a fronte di un simile spreco, nel medesimo periodo, in ben 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana del Mezzogiorno, si sono dovute adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua.
Nell’edizione del 2023, uniti nel motto “Be the change” (Sii il cambiamento), le Nazioni Unite hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione scegliendo come immagine un colibrì: rifacendosi ad un racconto del popolo Quechua, questo uccello simboleggia l’importanza delle azioni dei singoli, per quanto piccole queste possano essere.
E’ evidente, infatti, l’urgenza di una riforma radicale non solo in termini di riduzione dei consumi e dei prelievi idrici a livello urbano, ma una vera e propria rivoluzione culturale, che passi per un nuovo modello sostenibile di utilizzo, gestione, cura e riutilizzo del c.d. “oro blu”, che genera conflitti e migrazioni. Una rivoluzione, in altre parole, che tenga conto del contesto idrogeografico di riferimento, dell’effettivo fabbisogno di ciascuno ma anche dei diritti delle generazioni future, come la nostra Costituzione ormai ci ricorda (art. 9 Cost, come modificato dalla L. cost. 11 febbraio 2022, n.1).
Ebbene, la nostra piccola “rivoluzione culturale” si svolge quotidianamente tra i banchi di scuola, ed è lì che gli alunni della I sum-ecologico del nostro Liceo hanno approfondito proprio il tema dell’acqua, analizzato da diverse angolazioni e punti di vista, in un laboratorio “permanente” che ha inteso fare della complessità la dimensione del reale con cui imparare a confrontarsi.
I risultati delle ricerche dei gruppi sono stati “disseminati” e resi consultabili per tutti gli studenti attraverso i QRcode affissi in giro per la scuola.
Desidero condividere, infine, le considerazioni di alcuni ragazzi coinvolti nell’attività, che ringrazio non solo per il prezioso contributo, ma anche per l’entusiasmo che li anima e che è contagioso.
“Mi è molto piaciuto il tema dell’ACQUA che abbiamo affrontato nell’ora di ecologia. Mi ha stupito scoprire che molte volte l’acqua è al centro di conflitti tra popoli e mi sono reso conto quindi di quanto sia importante questo bene che noi crediamo sia illimitato” (Tommaso)
“L'acqua è la forza che spinge avanti il mondo... A volte la sprechiamo senza pensare che in altri Paesi, avere un pozzo di acqua nella propria città è solo un sogno che rimarrà tale..” (Giorgia)
“In una goccia d'acqua si trovano tutti i segreti degli oceani (Khalil Gibran): anche io penso che in qualcosa di piccolo ci possa sempre essere qualcosa di grande!” (Giovanni)
“L'acqua è la forza motrice della Natura intera. Non c'è vita senza acqua” (Diego)
“Mi è piaciuto approfondire il tema delle guerre per l’acqua. Si sono combattute dall’antichità per essere vicini al mare: senza acqua non c’è l’agricoltura e ciò porterebbe a carestie” (Alessandro)
“L’acqua è un elemento fondamentale per la vita sulla terra” (Luca).
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