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AC Scuola Montessori APS

Poesia

di Giorgia Carducci

4C Liceo delle Scienze Umane . opz. Economico/Sociale


Una volta decisi di innamorarmi

“proprio come i grandi”

dicevo sempre da bambina,

mentre mio padre baciava la mia manina

stretta al suo petto,

come ogni sera prima di andare a letto;

però non rispose, continuò solo a starmi vicino

perché non voleva infrangere le speranze di questo piccolo essere fanciullino

che la vita ancora non conosceva,

e all’ingenuità si concedeva.


Con il passare degli anni,

volevo diventare sempre più grande,

senza pensare a cosa mi sarei persa

se avessi potuto saltare quella fase della vita

in cui ogni mia idea veniva repressa,

perché non un bambino innocente non è degno di essere sinceramente ascoltato:

ogni suo problema si liquida come di un mafioso qualsivoglia sporco reato,

si finge di non esserne a conoscenza,

per non turbare la propria coscienza.


E crescevo, crescevo sempre di più,

la mia vita cominciava a prendere una forma concreta

e tutti si aspettavano che fosse luminosa, come una cometa;

ma io la vedevo nera, mentre la sgretolavo con le stesse mani

che mio padre continuava orgogliosamente a baciare,

e mi amava così tanto, quel mio primo e ultimo Romeo.


Non credo di averlo mai ricambiato come avrei dovuto,

perché si, una volta decisi di innamorarmi,

ma questo progetto non mai fu compiuto

perché ho capito che i grandi non si amano come la Bella fece della Bestia.

Il loro amore non è magico,

è tragico,

come la triste storia di

Ofelia,

Didone,

Sybil Vane;

vittime di un investimento narcisistico dei loro spasimanti

che avevano inconsciamente scambiato per amanti.


Una volta diventata veramente grande decisi ancora di innamorarmi,

non degli altri,

bensì di me stessa,

e proprio come Narciso,

finii presto annegato, incantato dall’esterior bellezza.





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