di Giovanni Capecci
1A Liceo delle Scienze Umane - opz. Economico/Sociale
Per chi non lo sapesse nelle prime settimane di giugno ricorre il mese del Pride, dove si faranno diverse manifestazioni a favore del movimento di liberazione omosessuale LGBTQ. Nella manifestazione potremmo trovare tutte le persone possibili ed immaginabili, di ogni età genere o sesso che staranno lì per trasmettere quella che è la parità di genere.
Come argomento per questo articolo di attualità ho scelto il gay pride. Ci ho pensato molto ed ho concluso che esso rientra perfettamente nei canoni dell’attualità.
La parte fondamentale che sottolineo è che essendo ormai nel 2023, un anno pieno d’innovazione politica e culturale, mi sembra strano che esistano ancora delle ingiustificate discriminazioni di genere.
Il termine “diversità” non è sinonimo di errore o sbaglio, dunque cosa pensano alcune persone per poter dare dei giudizi affrettati? La paura per il diverso c’è sempre stata nella cultura occidentale, forse derivante dal timore di conoscere qualcuno che è fuori dalla “norma”, (termine che anch’esso andrebbe rivisto). La paura per il diverso è caratterizzata da un insieme di emozioni negative che sovrastano l’idea di voler conoscere persone nuove, e ti impedisce l’apertura a nuovi schemi. Sembra una cosa sciocca, ma in realtà per alcune persone è un vero e proprio ostacolo insormontabile che il più delle volte richiederebbe un aiuto psicologico.
Ma vi siete mai chiesti che cos’è esattamente l’omosessualità? Con esattezza questa è una condizione che causa disagio nell’avvertire la propria identità di genere diversa da quella “normale”, cioè l’eterosessualità. Ma da quando l’omosessualità è diventata devianza? Nell’epoca classica non vi era alcuna repressione per l’omosessualità, anzi era vista come una espressione di forza. Successivamente con l’avvento delle religioni monoteiste il fenomeno ha assunto una connotazione negativa probabilmente per l’impossibilità di riproduzione e dunque di una conservazione della specie.
Su questo punto ancora oggi ci sono innumerevoli perplessità, infatti ci si chiede se le coppie omosessuali possano adottare o generare dei figli formando così una famiglia omogenitoriale. Gli psicologi da tempo studiano il comportamento dei bambini figli di coppie omo-genitoriale ed hanno concluso sebbene questo non influisca sulla normale crescita del bambino, viene tuttavia ancora visto dalla società come atto innaturale. Quindi forse in questo preciso caso ci vorrebbe un maggior coraggio e fiducia da parte della società che molto probabilmente nascerà dai nostri attuali sforzi di generazione.
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