di Emilia Sanci
membro Consiglio Direttivo AC Scuola Montessori APS
docente di Diritto ed Economia presso il Liceo Statale "Maria Montessori"
Riprendiamo… dopo un inizio di anno scolastico più complesso di quello che ci si aspettava, riprendiamo, con il nostro consueto entusiasmo, per coltivare e curare questo luogo di incontro e scambio, in un periodo storico in cui proprio entrambi sembrano alle volte vacillare.
Per questa riapertura, occasione speciale, mi sono chiesta “cosa è successo in questi mesi”. Molte cose, anche gravi, ma tutte a mio parere accomunate da un unico filo conduttore: il profondo disagio che – in modi diversi – ciascuno di noi ha vissuto e accumulato nell’ultimo anno e mezzo. Azioni scomposte, in alcuni casi, in altri addirittura violente, vengono perpetrate spesso nel silenzio generale, quel silenzio assordante di individui ripiegati su se stessi, esausti, poco disponibili ad aprirsi verso il prossimo, al dialogo, al confronto. Più facile schierarsi e, una volta nel gruppo, delegare, finendo con l’esserne fagocitati, muovendosi in massa in modo spersonalizzato ed anzi, in fondo, rinfrancati dall’idea di avere il gruppo che sceglie cosa dire o, peggio, cosa pensare. Tutto ciò che sta fuori dal gruppo è pericoloso, viene percepito come un attentato vero e proprio alla libertà.
E con quali conseguenze sul processo di conoscenza e di consapevolezza nella nostra società?
Ricordo ancora lo stupore provato quando mi sono imbattuta, non troppo tempo fa, in un quiz televisivo con domande di cultura generale: perché “stupore”? Perché vincenti non erano le risposte corrette, ma quelle coincidenti con la risposta data dalla maggioranza del pubblico. Dunque c’è da interrogarsi su come i tempi stiano cambiando e su quale sia l’attuale idea di “verità”, se cioè sia ancora per noi vero ciò che trova fondamento nella scienza (nel senso più ampio del termine) o se, diversamente, sia “più vero” un assunto in quanto sostenuto da un maggior numero di persone, confondendo questo con la democrazia.
Il quesito così posto parrebbe ingenuo e di semplice soluzione: ma è davvero così? Non siamo, in fondo, così lontani dal tema degli algoritmi “razzisti” o “sessisti” di cui tanto si parla ultimamente.
Solo per fare qualche esempio: quante parole vengono scelte per noi da un algoritmo nello scrivere un messaggino; quanti prodotti da acquistare ci vengono suggeriti da un algoritmo in base alle mode del momento; quanti curricula sono selezionati in questo modo per imprese che intendono assumere; quante letture, quante notizie un algoritmo filtra per noi, con ciò influenzando la nostra visione della realtà? La tecnologia a cui ormai affidiamo (spesso inconsapevolmente) gran parte delle nostre scelte quotidiane, è programmata a nostra “immagine e somiglianza”, e dunque non è esente, a quanto pare, dai nostri stessi condizionamenti, con logaritmi in cui sono riversati i dati statistici ripresi dalla società… tutti i dati… compresi i nostri pregiudizi. In conclusione, tanto più l’ignoranza è dilagante, tanto più alto è il rischio di vederla elevata a “ nuova verità”.
Ecco, dunque, il nostro compito: coltivare e curare ogni luogo di incontro e confronto, affinché un’idea, per ciascuno la propria, non sia frutto di una delega alla massa, ma una “creatura”, da far crescere e maturare attraverso il dialogo (διά “attraverso” + λογος “il discorso”), perché la vera libertà “…è partecipazione”.
Dunque nel nuovo anno, che ci auguriamo più sereno…riprendiamo!
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